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Registrato: 09/01/12 22:33 Messaggi: 43
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Tre citazioni "forti" per un'idea-cardine di una visione del mondo realmente tradizionale. Se volete se ne può discutere.
"...e ciascuno occuperà sempre il posto in cui sarà più utile a sé e al tutto. Certamente, non bisogna che abbandoni il posto che Dio gli ha assegnato, ma che vi resti, assolvendo, per quanto possibile, la funzione richiesta dalla sua situazione. [...] Comportandosi in tal modo, l'uomo salvaguarderà ciò che è nei confronti di ciascuno e seguirà Iddio nel perseverare nella situazione cui è stato designato; procederà ottimamente perchè seguirà ciò che è meglio."
Giorgio Gemisto Pletone, Trattato delle Virtù, 1,2.
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"Man mano che si discende dalla chiarità dell'élite all'inerte oscurità del sub-strato collettivistico dell'umanità, il tipo umano che si incontra é sempre meno capace e propenso a porsi una problematica esistenziale individuale e si pensa invece come interamente condizionato dai rapporti che intrattiene con i suoi simili e con l'ambiente che lo circonda. [...] Al posto dell'ardua costruzione di un personale, trascendente destino, ogni barlume di autentica ansia metafisica, che eventualmente sussistesse ancora nell'essere umano, viene pacificato con il dogma dell'immancabile, automatico ed irreversibile ascendere dell'umanità, collettivamente considerata. Così la tendenza verso il sub-personale, minacciosamente presente nell'uomo, che le Civiltà tradizionali si erano sempre sforzate di contenere, trova una formulazione pseudo-religiosa che cattura definitamente le forze ancora suscettibili, malgrado tutto, di un orientamento verso l'Alto."
Gruppo dei Dioscuri, Rivoluzione tradizionale e sovversione.
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"In linea di principio cerco di non credere a nulla. Lascio le credenze ai disperati e cerco di praticare una giusta via – dunque nessuna ortodossia, ma ortopraxis – legata alla saggezza empirica dei Padri. Non è impossibile, si può cominciare con un Kalendarium e con una necessaria assunzione di responsabilità: non apparteniamo a noi stessi più di quanto siamo il prodotto di un Genio famigliare da alimentare quotidianamente fino al compimento del nostro destino; non apparteniamo al nostro Genio famigliare più di quanto siamo un parto del Genio della Patria romana che ci ha generato, e che dobbiamo onorare con l’azione."
Da una intervista ad Alessandro Giuli.
Nel mondo della Tradizione l'individuo non esiste se non come in-dividuo, determinazione numerica, anche sotto il profilo interiore. La grandezza della Tradizione, maiuscole o meno, con riferimento al singolo incanalato nel suo solco, si riassume nel concetto di persona, phersu. A perenne monito di quanti dovessero dimenticare, in ossequio alle proprie 'inclinazioni', di non appartenere a se stessi più di quanto si appartenga ad Altro. A ben Altro. |
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