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L’anno magico romano
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templumminervae

Hierofanti
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MessaggioInviato: 08 Gen 2012 17:28:13    Oggetto:  L’anno magico romano
Descrizione: di Giuseppe Barbera
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Leggendo i fasti di Ovidio si può avere un’idea dell’importanza che aveva il susseguirsi dei mesi e delle stagioni nella religione romana. L’anno romano manifestava la mitologia del suo popolo, la quale si ripeteva di volta in volta nel ciclo calendariale. Legata a questo ciclo era di conseguenza la rituaria privata dei romani (ancora oggi gli ortodossi seguono i riti privati in casa a in base ai dettami del calendario e la liturgia cristiana, molto saggiamente, continua a seguire la logica del rito correlata al momento dell’anno), da qui il nome di fasti, in quanto erano indicati i giorni in cui si fa il rito.
La tradizione ci narra che Romolo stabilì che l’anno durasse 10 mesi lunari, poiché si riteneva che tanto lunga fosse la gestazione di una donna incinta. Il calendario d’età repubblicana comprendeva 355 giorni, pertanto ogni due anni s’intercalava il mese di febbraio, con un mese di 22-23 dì. Tale intercalazione però creava una discordanza con i reali cicli lunari, ed anche con quelli solari, tanto che Cicerone nel raccontare quanto i Greci si occupassero di far coincidere il calendario col sole, muove una critica a quello romano, che non andava né col sole né colla luna (Cic. Verr. 2, II 129. c.s. p. 41). Cesare nella creazione di un nuovo calendario, prese libero spunto da quello egiziano, nell’esigenza di far nuovamente coincidere i mesi colle stagioni, e ancor oggi il calendario gregoriano, ricalca perfettamente il precedente (salvo qualche leggera variazione).
L’anno sacro dei romani inizia in Marzo, coll’entrata del sole in ariete , quando la natura ritorna rigogliosa, quando il giorno e la notte si ristabiliscono nell’equilibrio dell’equinozio primaverile. Tale mese è dedicato a Marte, Lare di tutti i Romani poiché padre di Romolo, il sacro sovrano generato dalla vergine vestale Rea Silvia. Dunque trattasi del mese rituale più importante. Ancora nella nostra epoca l’anno inizia pochi giorni dopo il solstizio invernale, dunque con la rinascita del Sole, con la vittoria della luce sulle tenebre. Quando la giornata oramai sembrava vinta dalla notte, il Sole Invitto ha vinto rinascendo rincomincia la sua crescita per alzarsi mano a mano dalla linea d’orizzonte fino a raggiungere il suo massimo apice nel mese astrologico del Leone. A presiedere alla rinascita del Sole vi è Giano, dio delle porte, che apre l’anno con il mese a lui dedicato: Gennaio. Ovidio gli fa dire nei fasti : “Caos me antiqui vocabant”; il riordinatore del Caos è proprio egli stesso, Giano, che rimette ordine regolando la rinascita dell’anno. Segue il mese delle purificazioni dedicato a Februs, dea che libera l’uomo dai mali fisici, in preparazione delle iniziazioni che venivano date ai diciottenni nei liberalia di Marzo. Questo mese successivo è dedicato a Marte, dio delle messi e della guerra per la difesa di queste ultime.
Contemporaneamente il Sole entra in Ariete (Aries in latino; si noti la corrispondenza con Ares, dio greco della lotta) e la sua rinascita è compiuta in questo che è il giorno dell’equinozio primaverile. Vi è poi Aprilis, da aperire, il geminare, dedicato a Venus, dea dell’amore. In questo mese la forza marziale, dinamismo del sole rinato nel solstizio invernale, diviene forza d’amore, che s’identifica coll’entrata del Sole nella costellazione del toro, animale sacro alla dea, dalla forte imponenza fisica, utilizzato nei sacrifici sia dei romani che dei mitraici. Segue Maius, dedicato alla maiestas di Iuppiter e a Maia, dea dell’illusione madre di Mercurio, dio alato e messaggero degli dei. La madre col suo velo copre la verità e dà visione dell’illusione-mondo materiale, che solo il suo divino pargolo può svelare. Quando ciò avviene l’anima cresce e diventa matura, Iuno sorella e sposa di Iuppiter, a cui è dedicato il mese Iunius.
Questa visione chiara della realtà dona la fortuna della conoscenza, difatti vari giorni di questo mese sono dedicati alla Fortuna. Quest’ultima dea per i latini è la primigenia madre di Giove, dio a cui è dedicato il settimo mese del calendario romuleo: september. Quest’ultimo è sacro anche a Pomona, la dea che dona i pomi d’oro, pomi di sapienza per l’essere umano. Dalla riforma di Cesare si avranno quelli che saranno poi chiamati mesi di Iulius e Augustus, inseriti dopo iunius, l’uno dedicato al grande rivoluzionario della società romana, l’altro al suo figlio successore, ma anche all’accrescimento (augustus da augere: accrescere) della potenza dell’astro diurno. A questo punto il Sole ritorna in pari colla notte e si ha l’equinozio d’autunno. Gli ultimi tre mesi sono il riflesso dei primi tre; la notte sta per avere la meglio e a simboleggiare la lotta per la resistenza del possente astro vi è la dedica di October a Marte, che invita gli uomini a chiudere la stagione della guerra e a dedicarsi ai propri campi, questa volta minacciati non da eserciti o altri nemici umani, ma dall’inverno e dalla morte simboleggiata da Saturno, a cui è dedicato december.
Nella lotta fra la vita e la morte si inseriscono i due fratelli numi solari: Apollo lanciante saette, cui è dedicata la costellazione del momento, il sagittario, e Diana Feronia, cui è dedicato november. Il caos che richiama l’aumento della notte in dicembre si manifesta nelle feste dei saturnalia, e ancora oggi rievochiamo quel caos da cui nasce l’anno nuovo coi botti di capodanno. Questo è il ciclo della lotta eterna, visibile e non che avviene nei cieli, sopra le teste di tutti noi, così come ha decretato la sorte, nome profano della dea dei latini, la cui ruota è l’anno stesso.

Giuseppe Barbera

fonte: www.apietas.org
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MessaggioInviato: 08 Gen 2012 17:28:13    Oggetto: Adv






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